“Ci risiamo. Ancora una volta un infermiere del Santa Maria Nuova picchiato, mentre svolgeva il suo lavoro a favore di una persona in difficoltà. Bene l’intervento tempestivo dei Carabinieri ma così non si può andare avanti e diciamo attenzione: il mix tra stipendi bassi e violenza alle stelle provoca la partenza dei nostri sanitari verso l’estero”.
Così Gennaro Ferrara, segretario generale di Cisl Fp Emilia Centrale, commenta l’ennesima aggressione avvenuta nella notte del 22 dicembre.

Cisl Fp torna a mettere sotto ai riflettori l’urgenza di cinque misure contro l’inciviltà e la violenza, “senza le quali potremo solo dire che ci dispiace tanto e sperare che non accada più nulla di grave”.

Punto uno: serve il posto di polizia h24 all’interno degli ospedali, soprattutto in quello del capoluogo. “Capiamo che siano stretti gli organici delle forze dell’ordine, ma con un progetto di turnazione si può garantire la presenza costante di agenti o carabinieri al Santa Maria. Apprezziamo il progetto di sensibilizzazione condotto dalla Direzione generale con scuole e Polizia di stato, deve proseguire ma nell’immediato occorrono misure stringenti”, prosegue Ferrara.
Punto secondo: serve aumentare la videosorveglianza. La nuova legge Nordio prevede di utilizzare le prove video contro gli aggressori e, a questo proposito, “chiediamo se ci sia una ricognizione aziendale circa l’adeguata presenza di videocamere negli ospedali e nelle strutture ad alto rischio. Riteniamo che la bodycam sui sanitari sarebbe fondamentale – richiede Cisl Fp Emilia Centrale -. Come sindacato siamo pronti a discutere con l’azienda un progetto serio e che tuteli l’aspetto della privacy”.
Punto terzo: i sanitari hanno bisogno di clip geolocalizzate salvavita, da azionare per la chiamata dei soccorsi. In questo caso i militari dell’Arma sono intervenuti appena è partita la chiamata al 112, “ma  lo scorso autunno un sanitario è stato strozzato in un bagno, nascosto alla vista di tutti, ed è vivo per miracolo”.
Punto quarto: occorre che l’azienda fornisca assistenza legale già in fase di denuncia ai suoi medici e sanitari che sono stati vittime di violenza. Dopodiché, punto cinque, “è fondamentale che l’azienda si costituisca parte civile nei processi contro gli aggressori, devolvendo l’indennizzo ad un fondo per gli investimenti a favore dei sanitari aggrediti”, chiosa Ferrara.

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